Il sito si trova nel quartiere Castro Pretorio, a Roma, tra viale dell’Università e viale del Policlinico, confinante a nord con le mura Aureliane. Una sorta di “Pen-insula” urbana, che si stacca dal tracciato delle mura e si allunga verso l’incrocio tra i due viali.
A due passi dall’ingresso storico della Sapienza, l’incarico riguarda la realizzazione di un campus con residenze universitarie, aule di studio spazi di aggregazione ed attrezzature sportive. La particolarità del contesto offre l’occasione di una sfida progettuale in cui combinare ed armonizzare esigenze funzionali, riqualificazione urbana, vincoli architettonici ed archeologici, sostenibilità ed efficienza energetica.
L’edificio si sviluppa su due piani, si distende tra le fronde dei grandi pini che caratterizzano l’area, netto nei suoi contorni a sud, a definire il rapporto urbano con i viali, e progressivamente sfrangiato ed alleggerito verso nord, per cercare una transizione con le alberature del parco e la giusta distanza dalle mura aureliane.
E’ su questa idea chiara, di transizione, di doppia valenza, urbana e solida da un lato, vibrante ed intima dall’altro, che si sviluppano con coerenza le scelte tipologiche ed architettoniche del progetto.
L’edificio si articola su due corti, una chiusa e “minerale” a sud, che richiama l’idea di “piazza”, ed una aperta a nord verso il parco. Il piano terra è arretrato e trasparente, per rendere visibili dal fronte strada le attività degli spazi comuni e della piazza interna. Questa è chiaramente definita nella sua forma rettangolare dai fronti dell’edificio, ma al piano terra si apre liberamente verso il parco. La porzione di edificio che separa le due corti è infatti sospesa su una struttura a ponte che poggia su soli 4 pilastri e lascia aperto e libero il passaggio alla quota del terreno, tra la piazza e il parco.
Dalle sezioni si evince che la larghezza dei corpi di fabbrica, determinata per ottimizzare la distribuzione funzionale, è stata sdoppiata, utilizzando l’asse connettivo illuminato dall’alto come linea ti taglio. L’intento è quello di articolare la semplicità dell’impianto rendendolo leggibile come aggregazione di due tipologie volumetriche: quella più alta, verso l’esterno caratterizzata dall’aggiunta di un livello tecnico di distribuzione impianti, più materica e solida nel trattamento dei prospetti; quella più bassa, verso l’interno, caratterizzata da una copertura a verde che armonizza la transizione verso il parco e le chiome degli alberi, dai fronti più trasparenti e vibranti in linea con una lettura più intimistica delle corti interne rispetto alla solidità urbana dei fronti esterni.